Anche in una dieta e regime alimentare sano, il burro si ritaglia un ruolo fondamentale nella piramide alimentare specie se usato crudo, onde evitare che con le alte temperature e con la cottura le sue qualità nutrizionali ed organolettiche si alterino. In effetti, non si può negare che non sia un alimento ricco di vitamine liposolubili, come la vitamina A, e sali minerali, di acidi grassi saturi e polinsaturi. Ma, il problema nel consumo del burro riguarda tutti coloro che sono intolleranti al latte e lattosio che cagiona molto spesso un senso di gonfiore all’addome e causa diarrea, cefalee, nausee e senso di vomito. Ed ora, finalmente, anche per gli intolleranti al lattosio non sono più costretti a privarsi del piacere di spalmare su una fetta di pane o sulle fette biscottate un velo di ottimo burro, senza rischi per la salute e per il proprio organismo.
Intolleranza al lattosio: no problem
Sempre più diffusa l’intolleranza al lattosio nella popolazione che, a volte, ad insaputa e senza esserne veramente consci della gravità del problema, si accusa la non digeribilità al latte vaccino e suoi derivati. Si può surrogare questo alimento con il latte vegetale come quello di riso, di soia e di mandorle; per quanto riguarda i formaggi, è possibile usare come valida alternativa il tofu (formaggio di soia) e, in commercio reperiamo yoghurt, gelati, budini e salse a base di soia senza contenere il lattosio ed ora anche il burro senza lattosio.
Per ridurre l’apporto di latte, si deve imparare a leggere bene tutte le etichette nutrizionali degli alimenti: il latte è presente ovunque negli alimenti che compriamo al supermercato: oltre ai formaggi, yoghurt, burro, si può trovare nel pane, nei salumi, nelle minestre precotte, nei condimenti, nei gelati, nelle creme, nelle caramelle, nelle salse, nella maionese, negli integratori. Alimenti che dovrebbero essere evitati per chi è intollerante al lattosio con la conseguenza inevitabile che rinunciare al latte vuole dire non assumere una buona fonte di calcio (un minerale prezioso per le ossa). Ciò può costituire un problema anche per l’insorgere di gravi malattie come l’osteoporosi e le malattie cardio-vascolari. Come affrontare il problema?
Per coprire il fabbisogno giornaliero di calcio si può ricorrere al latte di origine vegetale sostitutivo, addizionato con calcio, come quello di soia, riso e mandorle. Parimenti, per il burro e per chi ama spalmarlo su una fetta di pane o sulle fette biscottate, una soluzione ottimale per non privarsi della gustosità di questo prelibato alimento è quella di acquistare il burro senza lattosio. I prodotti de-lattosati dunque sono una buona soluzione per chi vuole abbondare nel consumo di latticini senza rischiare problemi e gravi danni alla salute.
Il burro senza lattosio: un alimento prelibato
Il burro è un atavico prodotto caseario contenente lattosio e caseina, utilizzato non solo per fini alimentari ma anche cosmetici. Oggi, esistono delle valide alternative alimentari per coloro che optano per un prodotto vegan o per coloro che hanno intolleranze alimentari al latte vaccino.
Il burro vaccino è la parte grassa del latte che viene separata mediante specifici procedimenti, da quella liquida (siero). La legge italiana ( Legge 202/1983) lo definisce come: “quel prodotto ottenuto dalla crema ricavata dal latte di vacca e quello ottenuto dal siero di latte di vacca senza grassi di altro genere aggiunti”.
Il burro non è altro che un’emulsione di gocce d’acqua ricche di proteine (caseina), zuccheri (lattosio) ma anche di componenti lipidici e bollicine d’aria dispersi in un componente di grasso. Secondo il Reg. UE 2991/94 il burro deve contenere almeno l’80% di grassi e 16% di componente acquosa.
Per chi è intollerante al lattosio e per chi è vegano consumare il burro così tradizionalmente inteso e definito costituisce un pericolo dannoso per la salute: ecco allora che come surrogato valido ed interessante dal punto di vista nutrizionale che non ha nulla da invidiare a quello impiegato nella cucina tradizionale è il burro senza lattosio o burro vegetale o burro alleggerito.
La vera novità del burro senza lattosio è che non subisce un processo enzimatico di de-lattosazione, bensì un processo fisico che non prevede alcuna aggiunta dell’enzima lattasi alla componente lipidica del latte e non cagiona alcuna scomposizione del lattosio in zuccheri, glucosio e galattosio: ciò consente di non alterare profumi e sapore del burro.
In commercio troviamo diverse tipologie di burro de-lattosati (senza lattosio):
- il burro di cocco composto sia dall’olio che dalla polpa di cocco,
- il burro di cacao derivante dall’estrazione dei semi di cacao, utilizzato per usi cosmetici e per la cura de capelli e della pelle per le sue proprietà emollienti,
- il burro di soia derivante dalla soia utilizzato per scopi alimentari
- il burro di riso estratto dal chicco di riso, consumato ampiamente da chi segue una dieta priva di lattosio e dagli appassionati della cucina vegana,
- il burro di mandorle estratto dalla mandorla, non è altro che un composto pastoso utilizzato soprattutto per le preparazioni di pasticceria, specie per i dolci siciliani.
Burro de-lattosato: soluzioni reperibili in commercio
In commercio diversi brand ed aziende casearie hanno iniziato a produrre panetti di burro vegetale per chi è intollerante al lattosio e per chi segue una cucina vegana. Vediamo i marchi più interessanti che offrono questa valida alternativa al burro tradizionale:
- Burro Mila: il burro senza lattosio che promette piacere senza remore alle persone con intolleranza al lattosio. Cercate la confezione color arancione!
- Burro Dalla Torre Val di Non,
- Burro Alleggerito Granarolo, ideale per essere spalmato sul pane,
- Burro Soresina.