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Cattiva alimentazione e rischio di malattie: l’aterosclerosi

L’aterosclerosi è una malattia vascolare che colpisce specialmente le persone in età adulta e avanzata e consiste in un’alterazione della parete delle arterie del corpo che viene provocata dall’accumulo e dall’ossidazione delle lipoproteine, addette al raccoglimento e al trasporto dei lipidi. Il risultato di tale alterazione è la formazione della cosiddetta placca aterosclerotica, che restringe progressivamente i canali delle arterie con il rischio di bloccare il flusso di sangue ai tessuti.

cuore

L’aterosclerosi può essere causata da fattori genetici, agenti infettivi, fumo, sedentarietà, consumo eccessivo di alcool e altri fattori correlati a cattive abitudini alimentari, come ipertensione, diabete e soprattutto colesterolo alto. Vediamo, dunque, come un’alimentazione poco attenta possa convertirsi in un vero e proprio fattore di rischio per questa patologia.

I fattori di rischio dell’aterosclerosi

Colesterolo…

Una delle cause principali della formazione della placca aterosclerotica è un livello di colesterolo nel sangue superiore alla norma, per di più strettamente collegato alla probabilità di infarti. Purtroppo sentiamo parlare spesso di colesterolo, ma che cos’è esattamente e quando bisogna iniziare a preoccuparsi?

Il colesterolo è una molecola prodotta dal fegato, fondamentale per la composizione delle membrane cellulari. Non essendo solubile nel sangue, come del resto tutte le sostanze grasse, per essere trasportato deve essere raccolto da appositi aggregati, ovvero le sopracitate lipoproteine. I valori di colesterolo devono essere tenuti sotto controllo per evitare l’insorgere di complicanze dovute a una sua concentrazione troppo elevata nel sangue, nello specifico oltre i 200 mg/100 ml. Parlare semplicemente di colesterolo, tuttavia, è una generalizzazione che non tiene conto della fondamentale distinzione tra “colesterolo buono” e “colesterolo cattivo”.

Il colesterolo buono è quello trasportato dalle cosiddette HDL, ovvero High Density Lipoprotein (lipoproteine a bassa densità), che rimuovono il colesterolo in eccesso dai tessuti periferici per riportarlo al fegato, dove viene scomposto.

Il colesterolo cattivo, invece, è veicolato dalle LDL, ovvero Low Density Lipoprotein (lipoproteine a bassa densità) che immettono il colesterolo in circolazione verso i tessuti. Qualora in eccesso (ipercolesterolemia), lungo il percorso si deposita sulle pareti arteriose, ingrossandole.

Per una corretta analisi dei livelli di colesterolo sarà dunque necessario considerare non soltanto l’indice di concentrazione complessivo, ma anche il rapporto tra i due tipi di colesterolo. In genere, per dei soggetti sani il rapporto HDL/LDL deve essere inferiore a 5 per gli uomini e 4,5 per le donne.

L’ipercolesterolemia può essere determinata, oltre che da fattori ereditari, anche dal fumo, dalla vita sedentaria e soprattutto dalla dieta, dal momento che il principale responsabile di un aumentato colesterolo nel sangue è l’assunzione di calorie oltre il fabbisogno energetico giornaliero e di alimenti con un contenuto elevato di grassi saturi.

Gli alimenti ricchi di colesterolo, che dovrebbero essere limati nella propria dieta, sono burro, fegato, carne bovina, cervello, trippa, frutti di mare, formaggi grassi, maionese, caviale, tuorlo d’uovo e mascarpone. Anche il caffè, se consumato smoderatamente, potrebbe provocare un aumento dei valori. Contengono invece poco colesterolo pollo, coniglio, trota, merluzzo sogliola, branzino e latte. Sono assolutamente privi di colesterolo l’albume d’uovo, l’olio di oliva e di semi, verdura, frutta e patate. . Il modello alimentare ideale contro il colesterolo alto è proprio la dieta mediterranea, essendo fondamentalmente a base di cereali, frutta, verdura, pesce e olio di oliva.

dieta mediterranea

… e non solo

Dal momento che diabete e ipertensione possono portare all’aterosclerosi, anche un regime dietetico pensato per correggere queste due patologie può aiutare a ridurre la formazione di placche aterosclerotiche. Importante, pertanto, ridurre il consumo di sale, sia in fase di cottura che come condimento, i cibi in salamoia, gli insaccati, lo zucchero e i dolci.

Per quanto riguarda la sedentarietà, per combatterla occorre contemplare nel proprio stile di vita una buona dose di attività fisica. Indipendentemente dalla presenza o meno di una patologia come l’aterosclerosi, tenere il corpo in esercizio secondo le proprie possibilità è una pratica salutare che apporta effetti benefici all’organismo.

Correggere gli squilibri alimentari e combattere la sedentarietà è una mossa vincente contro l’iperlipidemia. Di fatti, regolarizzando il peso corporeo e riducendo l’apporto di colesterolo e grassi saturi, oltre che eliminando l’alcol dalla dieta, è possibile diminuire in pochi mesi la quantità di lipidi nel sangue.

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