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Intestino irritabile: cause e sintomi

Nel corso dell’ultimo secolo, nei paesi industrializzati, le malattie croniche sono andate via via diffondendosi, causando una grande sofferenza individuale e anche una grande sfida per i Sistemi Sanitari per via del loro elevato costo economico. Tra i disturbi cronici più comuni e diffusi troviamo le malattie gastrointestinali; in particolare, la sindrome dell’intestino irritabile è una delle diagnosi più frequenti. Non è né contagiosa né ereditaria, colpisce in maggior misura le donne ed è di gran lunga più comune nella razza bianca rispetto a quella nera; interessa circa il 10% della popolazione con una tasso di incidenza maggiore nella fascia che va dai 20 ai 50 anni. Crampi e fitte, uniti al cambiamento delle funzioni addominali ed associati a tensione caratterizzano questa patologia.

intestino irritabile

COS’E’ LA SINDROME DELL’INTESTINO IRRITABILE

La sindrome dell’intestino irritabile, conosciuta e chiamata anche colon irritabile o colite spastica , si manifesta con dolore o fastidio addominale, che si attenua dopo l’evacuazione. Molto spesso tale sindrome causa affaticamento e debolezza nei pazienti che accusano anche un peggioramento della qualità della vita. Nel corso degli anni l’andamento della sindrome è cronico con le fasi acute dei sintomi che coincidono con eventi stressanti sia di tipo psichico che di tipo fisico. Tale sindrome, spesso, è accompagnata anche da cistite, fatica cronica, depressione, ansia, emicrania e problemi nella sfera sessuale.

CAUSE

Le cause possono essere molteplici e nello stesso paziente, non si riscontra mai un solo fattore scatenante. Troviamo i fattori biologici come percezione del dolore, alterazioni della motilità del tratto digestivo, fattori psico-sociali come aspetti emotivi e cognitivi, allergie e intolleranze alimentari, lo stress, uso scorretto di antibiotici che alterano la normale flora batterica, uso inappropriato di lassativi che può causare irritazione della mucosa intestinale, diete non equilibrate e irregolari.

 SINTOMI

Il dolore addominale deve essere presente per almeno 3 giorni al mese negli ultimi 3 mesi, insieme ad almeno uno di questi sintomi:

  • modificazione dell’aspetto delle feci
  • modificazione della frequenza delle evacuazioni
  • miglioramento dopo l’evacuazione

 Altri sintomi:

  • distensione addominale o gonfiore, alle volte alternati
  • presenza di muco
  • evacuazione difficoltosa
  • mutata consistenza delle feci
  • diversa frequenza di evacuazioni

Possono manifestarsi anche: flatulenza, meteorismo, senso di stanchezza generale, mal di testa e nausea. Il manifestarsi di tali sintomi può cambiare nel tempo; talvolta questi fattori si possono attenuare diminuendo d’intensità, mentre possono ripresentarsi periodi, dovuti a qualche fattore scatenante, che fanno aumentare i sintomi.

DIAGNOSI

La diagnosi detta di “esclusione” si basa sulla classificazione dei sintomi visto che essi sono presenti ma non ci sono malattie specifiche che li giustifichino. Il medico specialista dovrà valutare caso per caso ciò che gli si presenta, dandogli la giusta cura e quella più attinente al paziente. Sarà necessario procedere con indagini più approfondite, che saranno sempre ordinate dal medico, qualora siano presenti dei sintomi “ di allarme “ come: sanguinamento rettale, febbre, anemia, dimagrimento inspiegabile, insorgenza dopo i 50 anni. Il medico curante può ordinare test diagnostici,qualora i sintomi peggiorano dopo l’ingestione di alcuni alimenti, per escludere malassorbimento o allergie alimentari. Gli esami strumentali sono: la colonscopia, la tomografia computerizzata, esami del sangue per la celiachia.

CURE

Non esistono schemi di cura fissi per questi disturbi in quanto le cause scatenanti possono essere molteplici e sono diverse da individuo ad individuo; il medico dovrà adattare la cura sulle esigenze del singolo paziente. Utili a combattere la sindrome dell’intestino irritabile e i suoi sintomi sono i farmaci antidiarroici, gli antispastici, integratori a base di fibre, integratori, probiotici, enzimi digestivi, piante carminative. Il tutto non può prescindere da un corretto stile di vita e da un’adeguata educazione alimentare che prevede anche una costante idratazione, eliminando i cibi “che formano gas” e tutti i cibi e facendo una regolare attività fisica.

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