A sdoganarla al grande pubblico è stato Flavio Briatore che ha raccontato di aver perso oltre sedici chili grazie alle indicazioni alimentari del dottor Lemme. Attenzione, però a chiamarla dieta! Il farmacista di Desio ha sottolineato, infatti, che la sua è una vera e propria filosofia alimentare. Tanto più che, per la riuscita, è indispensabile considerare una svariata serie di fattori personali, dalle abitudine alimentari alla predisposizione enzimatica individuale, etc.
Come funziona la dieta Lemme?
La dieta Lemme, infatti, valuta gli alimenti non tanto a seconda delle calorie, quanto sulla base della loro composizione biochimica, del modo in cui sono abbinanti tra loro, di come modificano l’indice glicemico e di come interagiscono con gli enzimi presenti nell’organismo. Oltre che dell’orario in cui vengono assunti: uno dei principi cardine della dieta Lemme è infatti che la colazione va assunta entro le 9 del mattino, si dovrebbe pranzare tra le 12 e le 14 e per la cena non si dovrebbero oltrepassare le 21.
Le due fasi della dieta Lemme
Altra caratteristica fondamentale della dieta Lemme sono poi le due fasi, distinte e ciascuna con le sue indicazioni specifiche. La prima è una fase d’attacco, durante la quale si potrebbero riuscire a perdere velocemente fino a 7-10 chili. La seconda fase, invece, consiste nella progressiva reintroduzione di alcuni alimenti che permetta al paziente di mangiare senza ingrassare.
Cibi must e off limits della dieta Lemme
A proposito di alimenti, infatti, la dieta Lemme ha una lista cospicua di cibi da evitare. Tra questi ci sono zucchero e derivati, pane, aceto, latte e latticini, sale. Via libera, invece, a pasta, carne e pesce. E persino a condimenti come olio, peperoncino, prezzemolo, aglio, rosmarino, salvia, limone, crusca. Non preoccupatevi, poi, delle porzioni: come già anticipato, infatti, la dieta Lemme non guarda alle calorie contenute in 100gr di alimento, ma alla sua composizione biochimica. E persino sulle tipologie di cottura il dottor Lemme non sembra porre limitazioni: anche il fritto va bene!
Una dieta dissociata, con la pasta per colazione!
A patto, però, che si stia attenti a non consumare mai proteine e carboidrati insieme. In questo senso, infatti, la dieta Lemme assomiglia del tutto a una dieta dissociata: meglio optare per la pasta nella prima parte della giornata e riservare la cena alle proteine. E no, non stupitevi se guardando una schema settimanale della dieta Lemme doveste trovare la pasta come primo piatto da consumare al mattino: scordatevi, infatti, la classica colazione all’italiana, secondo i precetti del dottor Lemme il primo pasto della giornata è quello ideale per consumare carboidrati.
Lo schema settimanale della dieta Lemme
Per restare allo schema tipo della settimana secondo la dieta Lemme, poi, fermo restando che va concordato con il singolo paziente a seconda delle sue necessità, non aspettatevi la variazione tipica delle altre diete. In molti casi, infatti, potreste ritrovarvi a mangiare per due giorni consecutivi le stesse pietanze per poi (finalmente!) cambiare e così via.
Una giornata tipo
Una giornata tipo secondo il regime Lemme? Potrebbe aprirsi, allora, con un piatto di pasta olio e peperoncino, per proseguire a pranzo con del petto di pollo e chiudersi a cena con del pesce (orata, branzino, etc). Il tutto rigorosamente accompagnato da caffè e con la possibilità di fare merende e spuntini con una tazza di tè accompagnata da fette di limone.
La dieta Lemme fa male?
Promesse di dimagrimento lampo a parte, quant’è sicura la dieta Lemme? Poco, a sentire alcuni esperti. Per l’eccessivo contenuto di proteine, infatti, potrebbe sovraccaricare il lavoro di reni e fegato. La totale mancanza di sale (off limits anche per cucinare) e di zuccheri la rendono sconsigliabile a chi soffre di pressione bassa o di cali di pressione. E perché povera di alcuni nutrimenti fondamentali sarebbe da evitare anche durante gravidanza e allattamento. Prima di iniziare la Lemme, insomma, meglio rivolgersi al proprio medico di fiducia.