Sono sempre di più le diete costruite attorno ad ingredienti ed elementi non particolarmente conosciuti nella cultura pop moderna. Uno di questi è sicuramente il rafano ed oggi proveremo a scoprire tutti i segreti di questa pianta originaria della Russia meridionale. Dalle calorie che contiene ai suoi valori nutrizionali, diamo un’occhiata a tutte le proprietà ed i benefici del rafano.
Il rafano
Detto anche barbaforte o cren, il rafano è una pianta erbacea perenne della famiglia delle crocifere. Cresce allo stato spontaneo in luoghi umidi e nei pressi di corsi d’acqua e, nonostante sia una specie perenne, viene coltivato per il consumo come pianta annuale. È composto al 95% da acqua, al 3,3% da fibre, all’1,8% da proteine e solo allo 0,7% da grassi. La sua pianta varia tra i 20 e gli 80 centimetri di altezza e le sue foglie, se ancora giovani, possono essere consumate in insalata. Al tempo stesso è commestibile anche la sua radice, che può venire grattugiata ed utilizzata fresca su diverse pietanze.
I principali benefici del rafano
Tra le principali proprietà del rafano è bene indicarne una particolarmente salutare. È infatti un forte stimolante gastrico: favorisce la produzione dei succhi, aiuta la digestione e stimola l’appetito. Consente inoltre all’intestino di liberarsi dal ristagno di gas, ha un effetto diuretico ed è in linea più generale un buon antisettico per le vie urinarie e polmonari.
Il rafano è inoltre particolarmente ricco di vitamine C e B, ma anche di sali minerali quali calcio, sodio e magnesio, di proteine e di fibre. In generale, tra i benefici del rafano, possiamo indicare i seguenti effetti:
- Antinfiammatorio, grazie alla presenza dei glicoli dell’olio di senape.
- Analgesico, soprattutto per quello che riguarda i dolori derivanti da infiammazioni/strappi muscolari e artrite.
- Di sostegno alla circolazione sanguigna con conseguente riduzione del tempo di recupero delle forze in caso di spossatezza.
- Di regolazione della pressione sanguigna, grazie al buon contenuto di potassio.
- Antibatterico, grazie al solfuro di allile.
- Di contrasto all’attività dei radicali liberi, grazie ad un buon contenuto di composti antiossidanti.
Come consumare il rafano
I modi per godere dei benefici del rafano sono numerosissimi e il principale problema a cui pensare quando lo si vuole consumare è come gestire il suo forte grado di piccantezza, non tollerato da tutti. Uno dei rimedi più diffusi consiste nel consumare il succo fresco della radice o, come già detto, di grattugiare la radice fresca sugli alimenti. Un altro metodo di conservazione consiste nel mettere il rafano sott’aceto o nell’utilizzarlo per fare delle salse (tra queste la più famosa è sicuramente la “Salsa Cren”, in cui il rafano viene unito a pane grattugiato, olio e vino bianco). Può inoltre essere utilizzato come condimento, può essere bollito ed utilizzato per infusi oppure, come spiegato in precedenza, si può consumare direttamente la sua foglia.
Da segnalare infine alcune controindicazioni: l’assunzione del rafano è fortemente sconsigliata a chi soffre di irritazione intestinale, disfunzioni renali, reflusso gastrico, ulcere, malattie epatiche o allergie. Non va somministrato ai bambini ed è bene evitare la sua assunzione durante la gravidanza o l’allattamento.