Piante, fiori, erbe, semi —è risaputo— possono essere un valido aiuto per la salute e il benessere dell’organismo e, in molti casi, sono anche ottimi rimedi alternativi per curare patologie più o meno importanti. Gran parte della fitoterapia moderna, del resto, si basa proprio sull’uso di erbe e piante officinali, chiamate così perché anticamente utilizzate nelle “officine” degli speziali per preparare infusi, estratti, unguenti, oli essenziali per la cura di uomini e animali.
Erbe e piante officinali: un po’ di storia
L’uso di erbe e piante officinali, infatti, è tutt’altro che moderno. Un papiro risalente al 1500 a.C. conferma come già gli egizi facessero uso di erbe e piante officinali, oltre a essere esperti nell’uso di erbe aromatiche e intrugli per i rituali di mummificazione dei morti. Fu Ippocrate a inquadrare l’uso di erbe e piante officinali all’interno della scienza medica: molti dei suoi trattati, infatti, contemplano l’uso a scopo terapeutico di prodotti naturali. Poco tempo dopo, un altro greco avrebbe scritto il primo trattato di botanica farmacologica, ancora oggi ritenuto fondante per la fitoterapia.
Una definizione moderna di erbe e piante officinali
Come erbe e piante officinali, comunque, sono classificate oggi tutte quelle piante che “contengono in uno o più organi, sostanze che possono essere utilizzate a fini terapeutici o preventivi o che sono precursori di emisintesi chemiofarmaceutiche”, secondo la definizione dell’Organizzazione Mondiale della Sanità. Alcuni numeri della stessa OMS, del resto, danno il senso di ciò di cui si sta parlando: oltre 7 mila composti medici derivano dalle piante e circa il 25% di principi attivi e coadiuvanti contenuti nei farmaci tradizionali sono ottenuti da erbe e piante officinali.
L’elenco italiano di erbe e piante officinali
Nonostante questo, non tutte le erbe e piante officinali sono effettivamente riconosciute come tali e, quindi, impiegate a livello medico-sanitario in tutti i Paesi. Ciascuno stato, infatti, ha un suo elenco ufficiale di farmacopea, compilato in rispetto dei diversi regolamenti e in cui sono iscritte le sole erbe e piante officinali permesse nel territorio nazionale. Il Ministero della Salute italiano, per esempio, dal 2013 ha reso disponibile un documento contenente la lista di “sostanze e preparativi vegetali ammessi” e le relative indicazioni d’uso. Le erbe e piante officinali, insomma, sono tantissime. Tra queste ci sono le più comuni erbe aromatiche come il rosmarino o l’origano e alcune radici curative di moda anche in occidente come il ginseng. Qualche esempio di erbe e piante officinali che non tutti conoscono?
L’achillea
Dai caratteristici fiori bianchi e simile alla Camomilla (anche per alcune proprietà), l’achillea è apprezzata soprattutto per le sue proprietà cicatrizzanti. Contiene flavonoidi che la rendono un ottimo antinfiammatorio e antispastico: per questo è particolarmente indicata nel trattamento dei dolori mestruali, delle ragadi e delle emorroidi. Anche dolori allo stomaco e dolori reumatici possono essere curati con l’achillea. Per le sue proprietà lenitive, rassodanti e antiseborroiche, poi, l’achillea può essere utilizzata per la salute e la bellezza della pelle, nel caso di acne e piaghe.
L’equiseto
Più comunemente noto come “coda cavallina” è una pianta utilizzata soprattutto a scopo diuretico. In particolare, l’equiseto riuscirebbe a stimolare la normale funzionalità dei reni e, quindi, aiuterebbe a eliminare le tossine. Cistiti e infezioni urinarie anche croniche possono essere curate, per questo, con l’equiseto. A livello topico, invece, può essere utilizzato per ferite, arrossamenti e punture d’insetto. Anche denti, unghia e capelli risulterebbero rafforzati dal consumo di equiseto.
La pilosella
Tra le erbe e piante officinali è la più ricca di umbelliferone, un principio attivo dalle proprietà antisettiche e antibiotiche. Somministrata in infuso, in estratto o in tintura, la pilosella viene utilizzata però anche per stimolare la diuresi: aiuta la minzione e l’espulsione delle tossine, è un toccasana contro la ritenzione idrica e avrebbe importanti effetti anche a livello epato-biliare.