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Perdere peso con la dieta Atkins: vantaggi e critiche

La dieta Atkins si poggia sul principio che un regime alimentare a basso contenuto di carboidrati, consente di perdere peso in modo significativo. Robert Atkins – il padre della dieta – sperimentò gli effetti della teoria su se stesso. Una volta ottenuti risultati da lui giudicati apprezzabili, la divulgò nel 1972 attraverso un libro intitolato “Dr. Atkins’ Diet Revolution”.

La dieta Atkins
Il dottor Robert Atkins, padre dell’omonima dieta a basso contenuto di carboidrati.

A questa pubblicazione ne fece seguito una seconda nella quale furono riveduti alcuni concetti, ma la teoria di fondo rimase invariata. Atkins riteneva che l’alimentazione occidentale era caratterizzata da fattori che causavano il sovrappeso. Al centro della sua critica c’erano i carboidrati raffinati, quindi, andavano messi al bando dalla tavola, farina, zucchero e tutti gli alimenti ad alto contenuto di fruttosio. Il principio alla base della dieta è semplice: se viene a mancare l’apporto energetico dei carboidrati, il corpo ricava l’energia necessaria al suo funzionamento dai grassi assumibili unitamente alle proteine, senza limiti.

Quali risultati si ottengono con questa dieta?

Seguendo la dieta Atkins, nella prima settimana è possibile perdere dai 2 ai 4 Kg, successivamente la perdita di peso settimanale si assesta a 1 a 2 Kg. La dieta andrebbe seguita per un periodo di 3 mesi durante i quali è possibile perdere fino a 20 Kg (ovviamente questo dato varia da caso a caso). Dopo 90 giorni, bisogna reinserire progressivamente i carboidrati la cui quantità non dovrà mai superare i 150 grammi giornalieri. Questo limite deve essere rispettato vita natural durante, diminuendo la quantità giornaliera nel caso si registri un aumento di peso.

Perdere peso con la dieta Atkins

Le fasi della dieta Atkins

La dieta Atkins si sviluppa in quattro fasi:

  1. Approccio. Questa prima fase ha una durata di due settimane durante le quali bisogna ingerire 20 grammi di carboidrati giornalieri. Dai 12 ai 15 grammi di questi devono provenire da alimenti quali verdure e frutta. In questa fase non sono ammessi i legumi. La carne può essere mangiata senza limitazioni mentre per quanto riguarda i latticini, non bisogna eccedere i 110 grammi. Sì alla caffeina, purché in quantità minima e divieto assoluto per gli alcolici. Bisogna bere 8 bicchieri di acqua al giorno ed è consigliato assumere multivitaminici ad eccezione del Ferro.
  2. La perdita di peso. In questa fase l’assunzione dei carboidrati aumenta progressivamente 5 grammi a settimana. L’obiettivo principale di questo step è di individuare il livello critico di carboidrati per il dimagrimento e capire come i cibi di crescente quantità glicemica influenzano il controllo della fame. La seconda fase va protratta fin quando non si arrivi a 4,5 Kg sopra l’obiettivo prefissato. Per esempio, se vogliamo raggiungere il peso di 80 Kg, la seconda fase durerà fin quando non arriveremo a pesare, 84,5 Kg.
  3. Pre-mantenimento. In questa fase l’aumento dei carboidrati aumenta a intervalli di 10 grammi. Lo scopo è di trovare la giusta quantità di carboidrati sufficienti a mantenere il peso.
  4. Mantenimento. Giunti a questa fase, dovrebbe essere possibile per la persona mantenere le abitudini alimentari acquisite durante le prime tre fasi. È possibile scegliere i cibi fidandosi del proprio istinto ma se si registra un aumento, è necessario ripercorrere tutte le fasi.

Le critiche al metodo del dottor Atkins

Nel corso degli anni la dieta Atkins è stata oggetto di diverse critiche. Seguire questo metodo per perdere peso, può aumentare il rischio d’infarto e ictus del 5%. La percentuale aumenta spaventosamente fino al 60% nei casi di giovani donne che si pongono a questo tipo di regime alimentare per un lungo periodo. I dati sono stati presentati in uno studio pubblicato sul British Medical Journal (2012) e condotto dall’università di Atene in collaborazione con il German Institute of Human Nutrition e il Max Delbruck Center for Molecular Medicine di Berlino. Secondo lo studio, su 43396 donne svedesi di età compresa tra i 30 e i 49 anni, 1270 hanno sofferto di problemi cardiocircolatori. Gli studiosi hanno definito questi dati estremamente allarmanti.

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