Dopo la birra analcolica arriva anche in Italia il vino de-alcolato, totalmente analcolico e adatto a tutti. Come si ottiene? Quali sono le sue caratteristiche? Non tutti si rivelano a favore di questa innovazione, cerchiamo di capire meglio il perché.
Il vino, se consumato in piccole quantità e senza esagerare, ha molte proprietà benefiche. Prima fra tutte abbassa la pressione arteriosa e serve per chi ha problemi di ipertensione. È infatti consigliato assumere circa 1 o 2 bicchieri al giorno. Al contrario, se abusato, può avere effetti davvero deleteri per la salute. Causa un precoce invecchiamento cellulare (causa dell’insorgenza di tumori), problemi al fegato, innalzamento dei trigliceridi e malattie cardiovascolari. Poiché tutti questi effetti sono imputati all’alcol contenuto nella bevanda, la creazione di un vino de-alcolato sembra un’ottima soluzione. È un modo per permettere a tutti, giovani e non, persone malate e astemie, di fare un bel brindisi. Anche in Italia è arrivato ed è prodotto principalmente in Trentino.
Come si produce?
La produzione di questo nuovo vino segue le stesse tappe di quella tradizionale. L’innovazione si trova nella de-alcolazione, processo di estrazione totale o parziale dell’etanolo. I metodi utilizzati sono vari; uno dei più comuni è il “vacuum”, suddiviso in quattro fasi: riscaldamento del vino a 28 gradi Celsius, raccolta degli aromi naturali, evaporazione dell’alcol e restituzione degli aromi. Il processo è molto delicato e dura solo un paio di minuti, se non viene eseguito correttamente il vino perde il suo sapore originario. Per i vini frizzanti viene aggiunta della CO2. La mancanza di alcol può portare i produttori a inserire conservanti ma spesso viene preferita la pastorizzazione che permette una conservazione fino a 18 mesi.
Quali sono i vantaggi?
Primo fra tutti la mancanza di alcol che lo rende adatto a tutta la famiglia, a chi ha divieti religiosi o imposizioni dovute a problemi di salute. In secondo luogo può evitare le così dette “stragi del sabato sera” anche se i giovani preferiscono e consumano maggiormente superalcolici. Un altro punto a suo favore è che la mancanza di alcol permette di poter bere tranquillamente vino ad una cena senza aver problemi nel prendere la macchina, anche gli aperitivi possono diventare più gustosi e salutari senza il rischio del ritiro patente. Vengono ridotti i solfiti (non eliminati del tutto), di cui si è sentito tanto parlare, che evaporano insieme all’alcol durante il processo. Per quanto riguarda le calorie il vino de-alcolato ne contiene meno rispetto ad un vino normale, può essere bevuto in caso di diete ipocaloriche. Le donne in gravidanza e i bambini possono consumare questa bevanda.
E gli svantaggi?
C’è chi è totalmente sfavorevole all’assunzione di vino de-alcolato. Tralasciando i problemi economici riguardanti gli equilibri commerciali e quelli legati alla tradizione, molti medici e specialisti sostengono che il vino privato dell’alcol perda le sue proprietà principali. Senza alcol il colesterolo buono non può fluidificare il sangue e per questo motivo il corpo non riesce a prevenire i problemi cardiovascolari. Altra funzione che viene a mancare è quella antinfiammatoria e anche l’assunzione di zuccheri ne risentirebbe in quanto l’alcol aiuta nella loro gestione. Nonostante questo, però, rimane sempre la scelta di continuare a consumare vino tradizionale e magari concedersi il vino de-alcolato solo in occasioni speciali, come quando si è costretti a guidare dopo l’assunzione.
Nuove frontiere di mercato
Dal punto di vista economico la produzione di questo vino può portare numerosi vantaggi. Chi è legato alla tradizione può continuare a produrre vino normale integrando anche quello de-alcolato, andando incontro alle esigenze di tutti. Il mercato e le vendite possono essere aumentate concentrandosi principalmente sui paesi arabi, dove la richiesta è maggiore a causa dei divieti religiosi.