Si sente spesso parlare di digiuno terapeutico, ma come funziona e a cosa serve esattamente? E quali sono le sue conseguenze sulla salute? Cominciamo con il dire che con il termine digiuno si indica l’astensione dal consumo di alimenti e/o bevande per un periodo di tempo più o meno lungo. Il nostro corpo, in genere, reagisce bene alla riduzione o all’assenza di cibo, mentre comporta più problemi un’alimentazione troppo ricca, che può determinare patologie come l’obesità, il diabete mellito, l’ipertensione e così via. Tuttavia il digiuno, anche se sembra una buona soluzione per ripulire l’organismo da scorie e tossine, non deve essere praticato alla leggera perché può avere ripercussioni negative anche gravi sulla salute.
Per chi è indicato il digiuno terapeutico e chi non lo può praticare
Il digiuno può avere effetti positivi o negativi a seconda di come è praticato, quindi in base alla durata e alla completezza dell’astensione alimentare e alle patologie di chi intende praticarlo. Alcuni specialisti propongono di curare attraverso il digiuno terapeutico alcune malattie del metabolismo e l’obesità, sempre sotto stretto controllo medico, mentre alcuni studi scientifici sembrerebbero dimostrare che il digiuno possa avere un effetto benefico sulle persone sottoposte a chemioterapia, ma in questo senso manca ancora un’effettiva applicazione clinica.
Esistono poi alcune categorie di persone che a cui è assolutamente sconsigliato affrontare un digiuno terapeutico, nemmeno sotto controllo medico:
- donne in gravidanza o dopo il parto
- persone anziane e ragazzi in fase di accrescimento
- diabetici e persone con problemi di glicemia
- persone con problemi cardiocircolatori
- persone con deficit nutrizionali o proteici
- pazienti con qualsiasi tipo di cancro
- persone con esofagiti o affetti da steatosi
Digiuno terapeutico, di cosa si tratta e come funziona
In qualsiasi caso il digiuno risulta una pratica stressante e faticosa per il corpo, quindi deve essere sempre effettuato sotto controllo medico e in strutture specializzate. Una delle forme di digiuno sicure e prive di effetti collaterali consiste nel prolungare il naturale periodo di digiuno notturno, portandolo da 8 fino a 12 o 14 ore: questo in genere ha effetti positivi su alcuni parametri metabolici, come l’iperglicemia e l’ipertrigliceridemia, e su altri disturbi.
Il digiuno terapeutico, nello specifico, non è sempre e solo la classica astensione da qualsiasi tipo di cibo, ma può essere fatto anche bevendo succhi e centrifughe di frutta e verdura, assumendo integratori alimentari oppure mangiando piccole quantità di frutta e verdura cruda. Tra i punti fondamentali del digiuno terapeutico ci sono poi l’astensione da alcool, caffè, bibite gassate e fumo, la limitazione delle attività lavorative e dormire dalle 8 alle 10 ore al giorno. Questa pratica, utile per depurare il corpo dalle tossine, può durare da uno a tre giorni. Questo tipo di digiuno viene poi interrotto in maniera graduale, inserendo progressivamente centrifugati, frullati, vegetali e infine cereali e legumi.
Digiuno terapeutico, pro e contro
Indubbiamente la digiunoterapia favorisce l’eliminazione delle tossine dal corpo, il drenaggio dei liquidi in eccesso e la purificazione del tratto intestinale, a beneficio di tutto l’organismo. Digiunare, inoltre, può risolvere squilibri intestinali come stitichezza e diarrea e facilitare il processo di digestione.
Non mancano i contro: questa pratica, come già detto, non è adatta a tutti e deve essere intrapresa in strutture adeguate e sotto controllo medico poiché l’organismo, venendo a mancare gli alimenti che è solito assumere, potrebbe andare in deficit di energie e intaccare non solo i depositi di grassi, ma anche la massa magra. Tra i possibili effetti negativi ci possono essere anche l’affaticamento renale, il deperimento del tessuto muscolare, l’irregolarità del ciclo mestruale per le donne e una minore fertilità per gli uomini.
In ogni caso, praticando il digiuno terapeutico nella maniera corretta e seguiti da specialisti che al bisogno possono somministrare integratori adatti o interrompere la pratica, sarebbe meglio sospendere qualsiasi cura farmacologica non insostituibile.