Siamo alle porte della stagione invernale e sulle nostre tavole non può mancare il porro (Allium porrum), una verdura che appartiene alla famiglia delle Liliaceae, il cui gusto e sapore ricorda quello della cipolla.Per quanto concerne le sue origini non vi è certezza: c’è chi asserisce che provenga dai territori celtici e c’è, invece, chi afferma che gli antichi Egizi ne facessero largo impiego in cucina ed i Romani lo importarono nell’Impero occidentale. Secondo le fonti storiche tramandate da Plinio, si va tramandando da secoli che Nerone fosse ghiotto e consumasse solo porri conditi con olio d’oliva per preservare la limpidezza della voce tant’è vero che si attribuì l’appellativo de “il porrofago“. Il porro è un ortaggio, la cui parte edibile è rappresentata dalla parte basale delle foglie (quella di colore bianco), mentre deve essere scartata la parte apicale verde; è ricco d’acqua, assolutamente ipocalorico (contiene solo 61 calorie ogni 100 grammi di prodotto), è indicato nelle diete ipocaloriche e dimagranti. Contiene vitamina A, vitamina C, quantità apprezzabili di vitamine B e minerali come il ferro, il magnesio, la silice, il potassio, il calcio e l’acido fosforico.
Il porro: utilizzi culinari
I porri sono ottimi ortaggi che possono essere tagliati a rondelle o a pezzettini, cotti in padella, soffritti o bolliti, sono l’ingrediente di base per preparare torte e frittate di verdura, ripieni di carne, brasati, stufati, brodi, risotti, zuppe. Possono essere consumati crudi in insalate o primi piatti di pasta fredda, conditi con olio extra vergine d’oliva, oppure serviti grigliati con barbecue ed accompagnati con salse o maionese. Il porro viene impiegato anche come erba aromatica per le preparazioni di carni lesse o lavorate in brasati o spezzatini, di zuppe o condimenti di pesce fresco e per aromatizzare piatti di tacchino, maiale ed agnello. Si può impiegare per avvolgere i cibi, a modi di involtino, come il pesce o i crostacei che, durante la cottura, conferisce gustosità e migliora la digeribilità della pietanza. Può essere lessato con i finocchi e poi gratinato con burro, salvia e parmigiano grattugiato, oppure semplicemente condito con olio, prezzemolo, limone ed un pizzico di sale. Per fare sì che il porro eviti il veloce processo di ossidazione e muti il proprio aroma e le sue qualità organolettiche, è bene che venga tagliato al momento dell’utilizzo. Un consiglio utile per l’acquisto è quello di scegliere i porri che hanno il gambo sodo e ben diritto senza foglie ingiallite.
Il porro: proprietà nutrizionali
Il porro è un ortaggio che vanta numerose proprietà toniche, nervine, diuretiche, lassative, antisettiche, ideale per curare anemie, reumatismi, gotta, artriti, affezioni urinarie, obesità, emorroidi, piaghe, punture di insetti, o ancora, per migliorare o mantenere la tonicità e l’elasticità della pelle del viso grazie alla presenza di vitamina E e del carotene; è consigliato anche nei casi di stipsi, obesità, anemia. Il porro abbassa il colesterolo, rafforza il sistema immunitario e aiuta a prevenire le malattie tumorali e il cancro. I porri sono noti anche purificare ed eliminare le tossine dell’intestino grazie alle sue fibre contenute nella parte bianca.
Inoltre, non va sottovalutato l’aspetto afrodisiaco, proprietà conferitagli fin dai tempi antichi; il poeta Marziale ne decantava le straordinarie lodi di accendere la libido ed il desiderio sessuale negli antichi Romani. Il porro espleta un’azione antibatterica ed antisettica al pari della cipolla e dell’aglio; aiuta ad abbassare la pressione sanguigna ed apporta benefici nella prevenzione delle malattie cardiovascolari. Per il buon contenuto di acido folico, il porro è consigliato in gravidanza dato che questa sostanza contribuisce ad evitare malformazioni nei neonati.
Per le sue innumerevoli proprietà sarebbe meglio evitare di sottoporlo a metodi di cottura come ebollizione prolungata, cotture ad elevata pressione, sarebbe più congeniale consumarlo da crudo proprio per inibire la volatilità delle vitamine, acido folico, betacarotene, fibre dato che la cottura distrugge enzimi e vitamine e diminuisce i sali minerali disponibili.