Anche se poco conosciuto e quasi del tutto assente dai banchi dei supermercati, l’olio di melaleuca rappresenta una delle soluzioni migliori, e al naturale, per il benessere della persona, per la pulizia della casa, ma è anche un ottimo ed efficace antipulci, antisettico e antibatterico. Il suo utilizzo esterno può eliminare virus, infezioni batteriche e funghi favorendo il miglioramento delle condizioni del nostro organismo. Oggi è anche un potente antibiotico indicato in medicina in caso di disturbi alle vie respiratorie, faringiti, tonsilliti, febbre e gravi raffreddori.
Quando ci rechiamo in erboristeria o nella parafarmacia sotto casa ad acquistare un flaconcino di olio di melaleuca o di tea tree oil (suo secondo nome), non pensiamo mai alle sue origini e alle ragioni che tempi addietro hanno spinto l’uomo ad utilizzarlo integrandolo in quella schiera di prodotti utili alla cura del corpo umano, o di come abbiamo già evidenziato, favorevoli al riordino anti-batterico di una casa.
Dove nasce e come viene lavorato l’olio di melaleuca?
L’isolamento geografico dell’Australia dalla terra ferma e dunque dal continente asiatico, favorito da un particolare clima assente altrove, ha garantito l’evoluzione naturale di moltissime specie di flora e di fauna caratteristiche, spesso inesistenti nel resto del pianeta. Alcune di queste, si pensi ad esempio alla Melaleuca alternifolia, nel tempo si sono rivelate particolarmente proficue per l’uomo.
Gli aborigeni della tribù Bundjalung considerano questo tipo di pianta come “il guaritore più versatile della natura” e fin dai tempi più remoti hanno utilizzato le sue foglie, ricche di oli essenziali, mettendo alla prove le numerose proprietà benefiche e curando ferite, piaghe, ulcere.
Il Tea tree oil è un olio essenziale che si estrae dalla Melaleuca, detta anche Albero del the, pianta che cresce e si sviluppa esclusivamente nelle aree dal clima paludoso, umide, tipiche della costa nord del Nuovo Galles del sud, in Australia.
Il primo a chiamare la Melaleuca “Albero del the” fu l’eroico pioniere dell’Australia, il tenente di marina del Regno Unito James Cook, il quale nel 1770 esplorando quelle terre così estranee alla conoscenza dell’uomo imparò a preparare, imitando le usanze locali, un the rinfrescante con le foglie di quest’albero. Da allora la tradizione locale ha mantenuto fede a questo simpatico appellativo, e ancora oggi gli australiani, abituati al loro odore aspro e sapore forte, usano le foglie di Melaleuca, per trarne tutte le benefiche virtù che gli aborigeni conoscevano da tantissimi anni.
Proprietà benefiche e usi
Se utilizzato neutro, al 100%, l’olio di Melaleuca alternifolia, o Tea Tree Oil, assume la qualità e l’efficacia un forte antisettico, antimicotico, antibatterico, antivirale, sortendo un effetto balsamico e cicatrizzante. Rientra nella famiglia di tutti quegli oli che possiedono un valore riequilibrante in aromaterapia, sia dal punto di vista fisico che psicologico, dato che alcuni medici lo consigliano ai pazienti che soffrono di sbalzi d’umore o che restano vittime di attacchi di panico.
Si somministra con il contagocce o nella quantità di due cucchiaini da miele per consentire una durata più lunga nel tempo. Vista la profumazione molto densa, e non particolarmente gradevole, è consigliabile mescolarlo con l’olio estratto da altre piante, come la rosa, la lavanda, o semplicemente con il limone. E’ fondamentale, inoltre, tenerlo lontano dalla portata di bambini, lontano da occhi, mucose e zone delicate del corpo.
Pertanto, l’olio di Melaleuca è un antibiotico, mucolitico, antinfiammatorio (bocca, vagina, ano), antiparassitario (anche per i nostri amici a quattro zampe). E’ ottimo anche per deodorare gli ambienti lavorativi e domestici (basta aggiungere qualche goccia di olio essenziale al diffusore o su batuffoli di cotone da conservare in sacchettini, in modo da diffondere in tutto l’ambiente il profumo di Tea Tree), o per eliminare la forfora e rendere i capelli più morbidi, lisci e setosi.
Controindicazioni
L’olio di Melaleuca non va somministrato a donne incinte, durante il periodo dell’allattamento e a pazienti con insufficienza epatica o renale e, infine, è assolutamente sconsigliato per tutti i bambini che non hanno ancora compiuto il 5° anno di età.