La musica ha in sé un grandissimo potere: allieta le nostre giornate, c’intrattiene, ci regala momenti di spensieratezza, è fronte di aggregazione sociale. L’uomo ha fatto musica da sempre o quasi. Avete mai sentito parlare di musica preistorica? Non servirebbe aggiungere altro perché la definizione è abbastanza intuitiva, tuttavia diciamo che è quella musica suonata nella preistoria. La musica è giunta all’uomo prima della scrittura, prima della parola: la maggior parte delle culture preletterarie svilupparono dei sistemi musicali. Con l’avvento della scrittura, si ha il passaggio dalla musica preistorica a quella che definiamo musica antica. Non staremo qui a tenere una lezione di storia sull’origine della musica ma questo preambolo può essere utile a introdurre all’argomento di questo nostro articolo: la musicoterapia, ovvero, un metodo di approccio alla persona che fa della musica (e del suono in generale) uno strumento di comunicazione non verbale con lo scopo di intervenire a livello terapeutico, riabilitativo e educativo.
La musicoterapia secondo la World Federation of Music Therapy
Per capire bene cos’è la musicoterapia, può essere utile rifarci alla definizione data dalla “Federazione Mondiale di musicoterapia“: “La musicoterapia è l’uso della musica e/o degli elementi musicali (suono, ritmo, melodia e armonia) da parte di un musicoterapista qualificato, con un utente o un gruppo, in un processo atto a facilitare e favorire la comunicazione, la relazione, l’apprendimento, la motricità, l’espressione, l’organizzazione e altri rilevanti obiettivi terapeutici al fine di soddisfare le necessità fisiche, emozionali, mentali, sociali e cognitive. La musicoterapia mira a sviluppare le funzioni potenziali e/o residue dell’individuo in modo tale che questi possa meglio realizzare l’integrazione intra- e interpersonale e consequenzialmente possa migliorare la qualità della vita grazie a un processo preventivo, riabilitativo o terapeutico”.
Un’altra definizione molto interessante è data da Ronaldo Omar Benenzon, un docente di musicoterapia argentino che la inquadra sia dal punto di vista scientifico che prettamente terapeutico: “Da un punto di vista scientifico, la musicoterapia è un ramo della scienza che tratta lo studio e la ricerca del complesso suono-uomo, sia il suono musicale o no, per scoprire gli elementi diagnostici e i metodi terapeutici a esso inerenti. Da un punto di vista terapeutico, la musicoterapia è una disciplina paramedica che usa il suono, la musica e il movimento per produrre effetti regressivi e per aprire canali di comunicazione che ci mettano in grado di iniziare il processo di preparazione e di recupero del paziente per la società“.
Musicoterapia: alcuni cenni storici
Abbiamo visto che la musica ha origini antichissime, preistoriche, ma quando è diventata anche uno strumento terapeutico? Anche in questo caso dobbiamo fare un grosso salto indietro nel tempo. Sebbene il concetto di musicoterapia come disciplina scientifica prenda piede agli albori del diciottesimo secolo, la sua genesi è da ricercare all’interno dei modelli magico-religiosi cui facevano riferimento numerose civiltà antiche. Secondo le fonti attualmente in nostro possesso, il primo trattato scientifico di musicoterapia risale alla prima metà del settecento. Si tratta di un’opera di Richard Brockiesby, un medico e musicista inglese. Ma i primi esperimenti di musicoterapia furono effettuati qui da noi, in Italia (a cominciare dal 1843). Più precisamente ad Aversa, nel casertano, preso il Real Morotrofio, per opera del dottor Biagio Gioacchino Miraglia.
Musicoterapia e campi di applicazione
La musica è l’origine dei linguaggi e delle arti: è una forma di espressione, di comunicazione. Come abbiamo visto, fin dalla preistoria l’essere umano ha trasformato i suoni, i ritmi ecc. in attività musicali. La musicoterapia è ricerca del modo di comunicare. La musicoterapia può essere applicata nei seguenti campi:
- Autismo infantile, disturbi dello spettro autistico, disturbi pervasivi generalizzati dello sviluppo, disarmonie evolutive.
- Bambini non vedenti
- Bambini prematuri
- Corpo / corpo: la mamma e il suo bambino che sta per nascere.
- Disabilità gravi e gravissime
- Persone accolte in centri diurni o residenziali
- Paralisi cerebrali infantili
- Problemi di apprendimento
- Problemi e/o disturbi di linguaggio
- Sindrome di Down
- Sindromi varie
- Sordità infantile