Di colesterolo negli ultimi anni si è parlato sempre più spesso e talvolta in maniera semplicistica o eccessivamente allarmista. Partendo dal fondamentale presupposto che il colesterolo è indispensabile per la sopravvivenza degli organismi vertebrati evoluti tra i quali, ovviamente l’uomo, resta da capire quanti e quali tipi di colesterolo il nostro corpo è in grado di produrre, come viene utilizzato dagli organi e qual è il vero ruolo dell’alimentazione e dei prodotti di automedicazione naturali nel controllo dell’ipercolesterolemia. Cerchiamo allora di fare chiarezza sui temi fondamentali che riguardano il colesterolo scoprendo tutto ciò che c’è da sapere su un argomento importante e decisamente tanto dibattuto.
Colesterolo: LDL, HDL e ruoli nell’organismo
Come anticipato, il colesterolo non deve essere affatto considerato un nemico. Si tratta invece di una sostanza fondamentale per il corretto funzionamento dell’organismo prodotto, come vedremo, in gran parte dal corpo stesso per assolvere ad una serie di compiti necessari quale, ad esempio, quello di formare e riparare la membrana delle cellule. Oltre a ciò il colesterolo è precursore degli ormoni sessuali, di quelli steroidei, della importantissima vitamina D ed è inoltre presente nell’emoglobina. Si tratta, insomma, di una sostanza della quale il corpo non potrebbe certo fare a meno per funzionare al meglio ma cerchiamo di capire nel dettaglio come e perché. Il colesterolo non circola liberamente nel sangue ma si lega ad alcune particolari proteine. A seconda del legame formato con queste ultime, il colesterolo può essere di tipo LDL o HDL. Il primo, conosciuto più comunemente come “colesterolo cattivo” anche se cattivo davvero non è, libera il suo contenuto nei vasi sanguigni mentre viaggia per trasportare sostanze di riparazione alle cellule aumentando però in questo modo la possibilità di placche aterosclerotiche mentre il secondo, definito all’opposto “colesterolo buono”, funge da spazzino pulendo letteralmente le arterie da quello LDL per condurlo al fegato dove verrà scartato con l’aiuto dei sali biliari. Importante sottolineare che il colesterolo HDL non previene quindi la formazione di quello LDL ma tenta, in base alla sua concentrazione più o meno alta, di ristabilire un adeguato equilibrio.
Colesterolo ideale: quali sono i valori?
Fino a qualche anno fa una visione decisamente semplicistica della questione aveva spinto i medici ed i ricercatori a ritenere ideale un valore di colesterolo totale inferiore ai 240 mg/dl (valore che poteva scendere fino a 160 mg/dl in caso di predisposizione al rischio cardiovascolare o con malattie coronariche già in corso). L’eccessiva attenzione nei confronti del solo valore del colesterolo totale (ovverosia quello che considera la somma di quello LDL e di quello HDL) è stata giustamente ridimensionata col tempo tenendo conto di alcune considerazioni importanti come, ad esempio, il fatto che l’auspicio non è necessariamente registrare un valore molto basso di LDL quanto un valore molto alto di HDL. In questo modo sarebbe lo stesso colesterolo buono a spazzare via quello cattivo ma va da sé che un paziente con alti valori di colesterolo HDL è inevitabilmente soggetto a registrare valori di colesterolo totale più alti della media suindicata senza che questo indichi, però, un maggior rischio di malattie cardiocircolatorie. Attualmente per focalizzare l’attenzione sul giusto problema, evitando così anche allarmismi inutili e fuori luogo, i medici analizzano i casi tenendo conto del cosiddetto indice del rischio cardiovascolare i cui valori dovrebbero non superare 4,5 per le donne e 5 per gli uomini. L’indice di rischio cardiovascolare si calcola attraverso questa formula:
Rischio cardiovascolare= colesterolo totale/colesterolo HDL
In questo modo non è più il valore del colesterolo totale ad essere protagonista dell’interpretazione medica quanto quello del colesterolo HDL che è in grado, senza l’ausilio di medicinali o altri prodotti, di ristabilire l’equilibrio e scongiurare patologie serie. Il colesterolo HDL è però solitamente molto basso nella popolazione sedentaria e sarebbe quindi buona norma praticare regolare attività fisica almeno 3 volte a settimana per ottenere in tempi rapidi un aumento di questo valore così importante per la nostra salute.
Alimentazione e colesterolo: la colpa è davvero del cibo?
Quello che abbiamo sempre creduto è che l’aumento del colesterolo nel sangue, in particolar modo quello cattivo, sia imputabile alla quantità ma soprattutto alla qualità dei cibi che assumiamo ogni giorno. Purtroppo, o per fortuna a seconda delle idee, non è davvero così. Il colesterolo esogeno, ovverosia quello che effettivamente assimiliamo dai cibi, è pressappoco il 20% di quello totale. La restante parte è prodotta invece dall’organismo che solitamente ne fornisce quasi 2 grammi al giorno a fronte dei circa 500 mg massimi che arrivano dall’assimilazione di determinati elementi. Il rischio cardiovascolare è quindi maggiormente sensibile ad altri fattori quali fumo, ipertensione, obesità e diabete. Ciò detto, è in ogni caso fondamentale aiutarsi nel controllo del colesterolo anche con la dieta giornaliera avendo cura di assimilare con parsimonia alimenti e bevande quali i salumi grassi, i formaggi, il burro, il caffè, gli organi animali ed il tuorlo d’uovo.