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Bardana o lappola: benefici e usi

Solitamente la si trova lungo le strade, nei prati e nei parchi cittadini, per cui è molto frequente averla “incontrata” almeno una volta. Parliamo della bardana  – nota anche come bardana maggiore o lappa bardana – una pianta erbacea comune in tutta Europa ed in Asia, ed appartenente alla famiglia delle Asteraceae. Presente in tante varietà, da noi è più comune in quella “minus”, detta bardana minore o lappola.

L’Arctium lappa – questo il nome scientifico della bardana – è biennale e si caratterizza per i cespugli molto folti con fusti che possono raggiungere anche 1,5 metri d’altezza. Il fiore, di colore violaceo, è di forma tubolosa, e le radici, molto voluminose, si saldano in profondità nel terreno. Per quanto comune, la bardana non è a tutti nota come una pianta dalle numerose proprietà benefiche e dai tanti usi. Esaminiamo tali aspetti in questo articolo, non trascurando anche le sue controindicazioni.

Bardana: la pianta dai tanti benefici ed usi

Proprietà benefiche della bardana

La bardana contiene numerosi principi attivi, tra cui inulina, mucillagini, fitosteroli, arctiopicrina, acido clorogenico, acido arctico, polifenoli, vitamine e sali minerali (calcio, potassio, ferro, magnesio).

Va sottolineato, in particolare, il potere antibiotico dell’arctiopicrina, quello cicatrizzante dell’acido arctico, e quello protettivo delle mucillagini. Dette caratteristiche fanno della bardana una pianta adoperata in vari ambiti, dalla cura della pelle del viso, alla purificazione del corpo, alla diuresi.

Ed infatti, non è un caso che non solo nella nostra tradizione, ma anche in quella della medicina cinese, essa sia ritenuta una delle principali piante depurative. È nota come pianta dermopatica, essendo largamente utilizzata nella cura della dermatosi, acne e dermatite seborroica.

Ed ancora, la bardana è di aiuto in caso di dolori alle articolazioni, e, in fitoterapia, è utilizzata per le sue proprietà ipoglicemizzanti, drenanti, ipocolesterolemizzanti, e depurative in generale – come poc’anzi accennato – agevolando l’eliminazione delle tossine.

Usi della bardana

La bardana si caratterizza per la sua notevole versatilità di utilizzo nella cura della salute.

Viene innanzitutto adoperata in forma di decotto realizzato con radici fresche o essiccate: una tazza di decotto al mattino stimola infatti la diuresi. Due o tre tazze al giorno, invece, evidenziano le sue proprietà antibatteriche.

Ottima per depurare il corpo, non solo nell’aspetto esteriore, nell’eliminazione cioè di germi e batteri, ma anche nell’agevolare le normali funzioni di fegato e cistifellea. La tintura madre di bardana è infatti adoperata in erboristeria per depurare il fegato ed in questo caso può essere utile un decotto. Si consiglia però in merito di rivolgersi al proprio erborista di fiducia.

I decotti vengono adoperati anche per uso esterno, sotto forma di impacchi, veri e propri toccasana in caso di reumatismi, acne, pelle impura e capelli grassi. E le foglie fresche favoriscono la cicatrizzazione delle ferite, ed accelerano la guarigione dei foruncoli.

La pianta in oggetto, inoltre, può limitare gli effetti di un’infezione micotica o batterica, specie da funghi. E data la sua azione antibatterica, può limitare anche gli effetti di una cistite. In caso di insufficienza renale, tuttavia, è preferibile evitarne l’assunzione.

In virtù dei notevoli effetti diuretici, infine, essa agisce indirettamente sulla pressione alta, abbassandola, ed aiuta a contenere il colesterolo cattivo.

Controindicazioni della bardana

Nonostante sia normalmente ben tollerata dall’organismo, la bardana può causare effetti collaterali, in particolar modo in soggetti allergici o ipersensibili. Prima di assumerla, dunque, è necessario consultare il proprio medico di fiducia.

In virtù del suo potere ipoglicemizzante, essa potrebbe interagire con alcuni farmaci consigliati ai soggetti diabetici. Inoltre, potrebbe non essere indicata per coloro i quali presentano una funzionalità renale ridotta: ciò in quanto agendo sulla diuresi, la pianta in esame costituirebbe un “sovraccarico” per il già poco funzionante apparato urinario.

Un’ulteriore controindicazione, infine, si riscontra in gravidanza, data la possibile azione sulla muscolatura uterina.

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