Lo scheletro rappresenta la nostra struttura portante, l’impalcatura di sostegno e protezione delle parti molli del corpo e forma robuste leve sulle quali possono agire i muscoli. Con l’andare del tempo e l’invecchiamento possono insorgere patologie alcune frequenti ed altre più rare, per questo bisogna prestare la dovuta attenzione a questa maestosa impalcatura e soprattutto ai processi di mineralizzazione che interessano l’organo osseo e rappresentano il metabolismo osseo, il quale può risultare alterato da una causa che si estrinseca direttamente sullo scheletro come nel caso di osteoporosi o di osteomalacia; altre volte il metabolismo risulta essere compromesso in rapporto a turbe del metabolismo generale, per influenze endocrine e deficienze vitaminiche.
Patologia: segni clinici dell’osteoporosi
Istologicamente l’osteoporosi è dovuta ad una perdita di tessuto osseo calcificato che pertanto si ritrova in minore quantità nell’unità di volume del segmento scheletrico colpito; ne deriva che le travate dell’osso spugnoso si presentano rarefatte e più sottili, fragili. L’osso assume aspetto poroso, donde la denominazione: l’osteoporosi si può presentare più localizzata ad un segmento scheletrico che generalizzata più segmenti o addirittura a tutto lo scheletro.
Frequenza della patologia: si rilevano differenze in rapporto al sesso ed all’età. Prima dei 55 anni è più frequente nell’uomo, oltre tale età invece è più frequente nel sesso femminile dato che incrementa il rischio di insorgenza con l’andare degli anni di menopausa. L’osteoporosi è rilevabile sia nei longilinei magri e pallidi sia negli obesi pletorici. È una patologia quasi sempre presente in età avanzata in genere però in forma lieve così da essere tollerata senza disturbi di rilievo, condiziona però una maggiore fragilità ossea e ciò spiega come nei vecchi, anche nei minimi traumi possano determinare fratture, in particolare al femore.
Segni clinici: l’osteoporosi è spesso clinicamente muta e nella sua più frequente localizzazione alla colonna vertebrale, viene scoperta in seguito ad accertamenti radiografici, condotti per affezioni che interessano altri apparati (digerente, renale, etc.). Talora il malato si lamenta dei dolori vertebrali, dorsali o lombari, a decorso cronico con intercorrenti episodi acuti; con l’avverarsi di schiacciamento del corpo vertebrale, dorsale o lombare, i dolori si accentuano irradiandosi a fascia al tronco ed ai lombi. Talora anche il più attento esame clinico può risultare negativo; altre volte il medico può cogliere i segni dello schiacciamento vertebrale, rappresentati da cifosi dorsale con ipolordosi cervicale di compenso e proiezione della testa in avanti nella localizzazione dorsale alta e media, mentre nella localizzazione dorsale bassa si avrà avvicinamento nelle ultime coste alle creste iliache. Inoltre si avrà accentuazioni della lordosi lombare con prominenza del ventre, tra i due estremi descritti il clinicamente negativo è quello con gravi deformazioni vertebrali. Il decorso cronico dell’affezione ed il persistere di sintomatologia dolorosa più o meno accentuata condizionano esauribilità e stato d’ansia.
Terapia e dieta per combattere l’osteoporosi
Si basa sull’apporto alimentare e medicamentoso di calcio, fosforo e vitamina D in associazione ad ormoni anabolizzanti (estrogeni ed androgeni), sulla somministrazione di analgesici contro il dolore, su un regime dietetico e stile di vita equilibrato opportunamente. Occorre considerare che l’immobilizzazione prolungata risulta essere nociva aggravando ed accelerando il decorso della malattia, per cui si suggerisce attività fisica moderata ma quotidiana.
Vediamo in dettaglio come dovremo seguire una dieta equilibrata volta ad assumere calcio, fosforo e vitamina D, presenti in quantità notevoli nei seguenti prodotti: formaggi sia molto stagionati che a media stagionatura, formaggi freschi, latticini e derivati (compresi di yoghurt); rucola, cavolfiore, broccoli, verza, spinaci, fagioli come verdure da prediligere, quindi tutte le verdure di colore verde intenso.
Per quanto concerne il pesce preferite sempre il pesce azzurro, il salmone, il tonno, il pesce spada (magari consumati cuocendoli alla griglia), crostacei in particolare il consumo di gamberetti cucinati come insalata accompagnati da ortaggi a foglia verde; frutta secca come mandorle, uvetta, pistacchi, noci e nocciole. Si raccomanda sempre di condire con un cucchiaio d’olio extravergine da crudo. Inoltre, per evitare la perdita di calcio dovete limitare l’eccessivo consumo di proteine, riducete il consumo di sale e non esagerate con il consumo di fibre.
Prediligete sempre una dieta variegata e ricca, non eccedete mai nelle porzioni che devono essere normali, consumate più pesce (5-6 porzioni la settimana), carne, in genere carne bianca come pollo, maiale, coniglio, tacchino (3-4 porzioni la settimana), limitate il consumo di affettati come prosciutto crudo, cotto, speck, mortadella e salame (2-3 volte la settimana), consumate le uova (2-3 volte a settimana) magari strapazzate con latte, legumi a modi di minestrone o zuppe, frutta (soprattutto secca) e verdura fresca o cotta al vapore.
Bevete molta acqua con alto contenuto di calcio (superiore ai 250 mg/lt), limitate il consumo di bevande gassose ricchi di zuccheri a base di cola, aranciate, chinotti etc., potete permettervi un bicchiere di vino rosso a pasto e consumate sempre in ogni momento della giornata yogurt e latte. Una ricetta che vi consigliamo è quella dei gamberetti agli spinaci.
Ricetta dei “Gamberetti agli spinaci”
Ingredienti: 40 gamberetti, spinaci freschi, pepe, 200 gr di panna da cucina, 4 cucchiai di ricotta fresca, un cucchiaio di maizena, acqua, 4 cucchiai di pangrattato bianco, 3 cucchiai di parmigiano grattugiato, olio, sale.
Preparazione: immergete i gamberetti in acqua bollente salata e calcolate 4 minuti di cottura dal momento in cui l’acqua riprende l’ebollizione, scolateli e teneteli a riposo. Intanto pulite gli spinaci, lavateli dalla terra, scolateli e tagliateli, versate un po’ di olio in padella e ponetevi gli spinaci, dopo 5 minuti durante i quali mescolerete di continuo, salate e spegnete il fuoco. In un’altra padella versate dell’olio e mettete a rosolare i gamberetti (meglio se sgusciati per facilitarne il consumo) per circa un minuto, salate leggermente, pepate ed aggiungete la ricotta. Estraete i gamberetti con una schiumarola ed uniteli agli spinaci, versate la panna nella padella di cottura di gamberetti e fatela “restringere” per metà. Unitevi la maizena sciolta con un cucchiaio di acqua fredda corrente, lasciate bollire lentamente per circa un minuto, buttate nella padella gamberetti e spinaci, mescolate, spegnete il fuoco e trasferite il tutto in una pirofila, cospargete la superficie di pane grattato e parmigiano mescolati insieme e fateli gratinare sotto il grill.