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Dieta del DNA e Nutrigenomica: come funziona? Fa davvero dimagrire?

La dieta del DNA è una “scoperta” relativamente recente secondo la quale, avvalendosi della cosiddetta nutrigenomica, è possibile consigliare al paziente un regime alimentare che gli permetta non solo di perdere peso in maniera più rapida e mirata ma anche di mettere l’organismo al riparo nel tempo da malattie serie come i disturbi di tipo cardiocircolatorio, i tumori ed il diabete. I primi a condurre ricerche in merito alla validità della scienza nutrigenomica sono stati gli americani. In un loro studio condotto presso la Standford University, infatti, è stato rilevato come analizzare il genoma di ciascun individuo del gruppo preso a campione somministrando poi ad ognuno gli alimenti più facilmente assimilati dall’organismo permettesse di ottenere significativi risultati in termini di perdita della massa grassa in eccesso.

L’assunto alla base della nutrigenomica è dunque quello che per rispettare l’unicità della quale ogni singolo individuo è portatore sia necessario fornire ad ogni organismo determinate quantità di specifici alimenti che solo in quel corpo reagiscono in un particolare modo garantendo maggiore energia e allo stesso tempo assicurando la perdita degli eventuali chili di troppo. Un secondo studio dell’American Heart Association ha inoltre sottolineato come la dieta del DNA possa garantire una protezione a lungo termine dalle malattie che spesso intorno ai 40-50 anni colpiscono il cuore. Cerchiamo allora di conoscere più a fondo la dieta del DNA, come funziona e se fa davvero dimagrire.

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Dieta del DNA: i cibi migliori

Trattandosi di un regime alimentare assolutamente personalizzato, è praticamente impossibile fornire un menu tipo di questa dieta visto che alimenti di per sé considerati salutari potrebbero non rispondere allo stesso modo in organismi diversi. Quello che però emerge dallo studio dei regimi alimentari ideati a partire dall’analisi del DNA è che la piramide alimentare alla quale siamo soliti far riferimento può in qualche caso essere sovvertita o comunque sensibilmente modificata. Questo avviene poiché, al netto delle possibili intolleranze che creano difficoltà ad un organismo nell’assimilazione di taluni nutrienti, il corpo può trarre la giusta energia con tutte le vitamine ed i minerali necessari al suo corretto funzionamento da un cibo solitamente sconsigliato in un altro tipo di dieta ipocalorica. Ecco allora che nella dieta del DNA alcuni potrebbero sentirsi consigliare dosi doppie o triple di legumi rispetto al normale poiché salutari per il fegato ed il suo compito di spazzino delle tossine oppure un utilizzo massiccio di carboidrati derivanti da lavorazioni con farina integrale.

Dieta del DNA: funziona davvero?

Mentre alcuni ricercatori si sono detti da subito entusiasti dei passi avanti compiuti dalla nutrigenomica, credendo fortemente in questa rivisitazione delle abitudini alimentari della popolazione, per altri addetti ai servizi la strada da fare per ottenere risultati concreti è ancora lunga.  In linea di massima possiamo però affermare che la gran parte dei soggetti che si sono affidati per la perdita di peso alla dieta del DNA si sono detti soddisfatti dei risultati definiti lenti ma costanti. Il problema cui molti non hanno ancora trovato soluzione riguarda però il regime alimentare da seguire durante il mantenimento. L’aumento di alcune quantità dei cibi già precedentemente consigliati, infatti, ha significato per alcuni la perdita di parte dei risultati ottenuti seguendo la prima fase della dieta. Resta quindi da comprendere ancora come stabilizzare nei geni quanto ottenuto fornendo all’organismo alimenti “amici”.

I costi

La dieta del DNA rappresenta di certo la nuova frontiera del dimagrimento consapevole ma ad oggi non esiste una figura univoca alla quale rivolgersi se si è interessanti a seguirla. Vi sono, infatti, alcuni nutrizionisti e dietologi che la propongono ai propri pazienti permettendo loro di eseguire presso strutture convenzionate l’esame del genoma mentre in altri casi è il paziente stesso a dover far analizzare il DNA per poi rivolgersi ad uno specialista una volta ottenuti i risultati. Nel primo caso ipotizzato, il costo medio di esame del genoma, elaborazione della dieta e supporto per tre mesi è di circa 200 euro. Questo prezzo è però destinato a salire anche di molto se al test del DNA si desidera associare anche l’indagine su eventuali intolleranze ed allergie. Nel secondo caso sarà invece possibile rivolgersi anche a farmacie che supportano il progetto ed effettuare il test in loco oppure acquistare il kit per svolgerlo comodamente a casa. In questo caso il costo si aggira intorno ai 150 euro circa.

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