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La dieta low-FODMAP per l’intestino irritabile

La sindrome dell’intestino irritabile (SII) è un disturbo che colpisce una larga parte della popolazione mondiale. È più frequente nelle donne (si manifesta in percentuale quasi doppia rispetto agli uomini) e causa forti dolori addominali. Viene spesso chiamata IBS, dall’acronimo inglese Irritable Bowel Syndrome e i suoi sintomi possono essere molto vari. La sindrome si manifesta in modi molto differenti, è possibile avere un’eccessiva stitichezza oppure diarrea, in altri casi alternare queste due condizioni. Sintomi frequenti sono anche meteorismo, nauseabruciore di stomaco e crampi. Chi ne è affetto non ha possibilità di guarire totalmente, per questo motivo è utile imparare a convivere con il disturbo e adottare una dieta equilibrata priva di agenti dannosi per l’intestino.

dieta low-FODMAP

Cos’è la dieta low-FODMAP?

Studiata in Australia nel 2001 da un team di esperti capitanati dalla dottoressa Sue Shepheard, è una dieta efficace per attenuare i sintomi della sindrome dell’intestino irritabile. Chi l’ha sperimentata afferma che i fastidi sono quasi del tutto spariti e la qualità della vita è migliorata notevolmente. La dieta si basa principalmente sull’eliminazione degli alimenti definiti FODMAPs.

Cosa sono gli alimenti FODMAPs e perché sono dannosi per l’intestino

Con l’acronimo FODMAP (Fermentable Oligosaccharides, Disaccharides, Monosaccharides and Polyols) si definiscono carboidrati o zuccheri a catena corta che vengono assorbiti in maniera incompleta dall’intestino tenue, causando tutti i disturbi elencati sopra. I cibi contenenti oligosaccaridi, disaccaridi, monosaccaridi e polioli fermentabili, richiamano acqua nell’intestino acutizzando l’insorgenza della sindrome. Vediamo più nel dettaglio i carboidrati dannosi:

  • Oligosaccaridi: fruttani e galattani, presenti in alcune specie di frutta, di verdura e nei legumi
  • Disaccaridi: lattosio, presente nei formaggi e nei derivati del latte
  • Monosaccaridi: fruttosio, presente in alcuni frutti, nei dolcificanti e nelle salse
  • Polioli: come sorbitiolo, mannitolo, xilitolo e maltitolo, presenti nei dolcificanti artificiali e nella frutta

Quali alimenti è meglio evitare

Fruttani Carciofi, asparagi, barbabietole, cavolini di Bruxelles, broccoli, cavolo, finocchi, cicoria, radicchio, aglio, porri, cipolle, piselli, scalogno, lenticchie, ceci, fagioli, mele, pesche bianche, cachi, anguria, pistacchio, grano, segale, orzo, yogurt
Galattani Ceci, lenticchie, fagioli, soia e broccoli
Lattosio Latte vaccino, latte di capra, latte di pecora, yogurt da latte vaccino o di capra o di pecora, gelato, panna,formaggi freschi
Fruttosio Mele, ciliegie, mango, pesche, pere, cocomero, ananas, cocco, latte di cocco, frutta in scatola, frutta essiccata, succhi di frutta, asparagi, carciofi, miele, sciroppo d'agave, dolcificanti con fruttosio, ketchup
Polioli Mele, albicocche, ciliegie, pere, pesche, more, susine, prugne, anguria, avocado, cavolfiore, funghi, piselli, dolcificanti artificiali

Ecco una lista molto completa dei cibi da evitare, da assumere con moderazione e da mangiare tranquillamente. Accanto ad ogni alimento è consigliata la porzione per pasto.

Come funziona la dieta low-FODMAP

La prima fase della dieta è definita “di eliminazione”. Per un lasso di tempo variabile dalle 2 alle 6 settimane, vengono eliminati tutti gli alimenti che contengono FODMAP. In questo modo il corpo, che ha accumulato una dose eccessiva di cibo dannoso per l’intestino, ritrova l’equilibrio. La seconda fase è quella “di reintroduzione”. Terminate le settimane stabilite è possibile cominciare ad aggiungere alla propria dieta un alimento per volta. Così facendo è possibile constatare quali cibi scatenano maggiormente i sintomi della sindrome. A questo punto, con l’aiuto di un dietista, è possibile creare una lista degli alimenti tollerati, poco tollerati e per nulla tollerati.

Consigli per la dieta

La dieta low-FODMAP non è assolutamente da praticare per un lasso di tempo elevato. Anche se grazie all’eliminazione degli alimenti si ha un’ottima regressione dei sintomi e del malessere, bisogna cercare al più presto di reintegrare il maggior numero di alimenti. Lo scopo primario è quello di trovare il livello di tolleranza di ogni singolo individuo, in modo da poter creare una dieta il più equilibrata possibile. Grazie all’aiuto di uno specialista si possono trovare cibi sostitutivi ai legumi e a tutto ciò che non si può mangiare.

Una prolungata esposizione alla dieta, inoltre, causa un apporto troppo basso di fibre utili per la prevenzione del tumore al colon e al retto. Bisogna anche prestare attenzione alla differenza fra celiachia e problemi di intestino irritabile. I prodotti gluten-free possono rivelarsi inadatti per chi pratica questo tipo di dieta; la differenza sta nel fatto che il glutine è una proteina contenuta nel grano e nei cereali mentre gli alimenti ricchi di FODMAPs sono carboidrati. Spesso le persone affette da questi due disturbi evitano di mangiare le stesse cose ma per motivi diversi, i celiaci perché contengono glutine, chi soffre di SII perché contengono fruttani. Un alimento gluten-free può essere ricco di fruttani ed essere dannoso per la salute.

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